Un giorno che scendeva la notte

Volò sul fondo del fiume.
Le pietre in ebano, il filo spinato d’oro e la croce senza il corpo.
E poi più nulla.
Odio l’amore come qualsiasi individuo.
Mentre la morte mi soffocava di grandi respiri vuoti.
Il compasso disegnava quadrati e triangoli a cinque lati.
E dopo sono andato in soffitta.
Le stelle brillavano a mezzogiorno.
In silenzio i miei occhi pronunciavano un discorso ad alta voce.
Poi siamo entrati in un vicolo deserto dove la folla premeva.
Quanto più camminavo, tanto mi sentivo riposato
e ho permesso al mio corpo di sedersi
poi al risveglio i nostri occhi rimasero chiusi
mentre l’alba riversava su di noi i fiumi della notte.

La pioggia ci ha prosciugato.

Questa voce è stata pubblicata in poesia.
Aggiungi il permalink ai segnalibri.