Non credo dopo la morte né a un’anima immortale che sopravvivrebbe al corpo, né alla resurrezione della carne, né a una vita eterna simile a questa vita che si svolge nel tempo.
Credo che ciò che chiamiamo realtà sia una sorta di sogno solido, coerente, continuo, passeggero e fragile, legato allo spazio e al tempo. Come la scena di un teatro di cui siamo gli attori, in cui entriamo nascendo e da cui usciamo morendo. Credo che il tempo, mischiato allo spazio, sia una bolla di cui siamo prigionieri. Una parentesi nell’eternità.
Credo che la morte sia lo scopo e il culmine di una vita di cui essa segna il ritorno all’eternità primitiva. Credo che la vita sia un’avventura, una crisi, un paradosso e un’ironia. Credo che la morte sia una vittoria travestita da disfatta e la soglia da varcare per entrare in una giustizia e in una verità di cui quaggiù inseguiamo soltanto le ombre.