E allora?

allora …

ti rispondo. Ascolto le tue parole. Guardo la tua bocca. Sostengo il tuo sguardo. Annuisco. Sorrido. Tu parli. Io ascolto. Mi concentro su di te. Quando parli, ti ascolto. Quando apri le tue labbra per parlare, ti guardo. Guardo la tua bocca. Sento la tua voce. Guardo nei tuoi occhi. E ti rispondo. Annuisco, sorrido. Il mio corpo ti risponde. Aperto e disponibile. Senza barriere. Ti ascolto. Guardo. Annuisco. Sorrido. Rispondo a te. Ascolto le tue parole. Guardo la tua bocca. Sostengo il tuo sguardo. Annuisco. Sorrido…

…e respiro… lentamente… inspiro… espiro…

Tu parli. Io ascolto le tue parole ma non le sento. La verità è che non mi interessano. Voglio farti star zitta con un bacio. La mia bocca sulla tua. Ma tu continui a parlare. E in verità quando sento la tua voce, morbida e bassa, mi sciolgo. Ti sento parlare ma sono così distratto dalla tua bocca. Sono troppo preso. La tua bocca mi eccita. Mi concentro su di te. La tua voce sembra dipingere astratte pennellate di lussuria. Mi piace la tua voce. Mi piace la tua bocca. E tu parli. E io ti guardo. Guardo tue labbra muoversi. Le guardo, attento, e immagino di assaggiare la tua lingua, guizzando tra le tue labbra. Vedo la tua bocca. Bagnata. Le tue labbra, muoversi. E sento fame. La mia bocca è secca. Ho sete. Mi sento le labbra secche, mi sorprendo a a guardare ancora la tua bocca. Ho fame. Ti guardo. Ti sento parlare, ma voglio farti star zitta con il mio bacio. Voglio chiudere la mia bocca sulla tua. Voglio schiacciare la tua bocca contro le mie dolci intenzioni malvagie.

Ti guardo parlare. Gesticolare. Le tue mani. Morbide, delicate. Lunghe dita. Mani morbide. Movimenti dolci. Aperti. Voglio stringere quelle mani. Voglio baciare le tue dita. Voglio baciare il palmo della tua mano. Voglio leccarti le dita. Levare il sale dal palmo della tua mano. Voglio tenerti le mani. Voglio le tue mani da tenere. Voglio essere tenuto tra le tue mani. Voglio mettere le tue mani su di me. Voglio le tue mani su di me. Mi sento già dissolto, voglio essere moltiplicato da quelle mani … piegato, modellato, spalmato, persuaso, sostenuto. Ma …

Tu siedi di fronte a me in questo posto animato. Confuso. Rumoroso. E parliamo. O meglio: tu parli, e io sono distratto. Disarmato. Mi sforzo di spegnere i miei desideri e di ascoltare. Ci provo. Ma è così difficile. Mi siedo sulle mie mani per paura che si allontanino a fare cose imperdonabili. Cose che potrebbero distruggere la nostra amicizia. Anche se, nella mia mente, mi sento ormai un altro. Frammenti della nostra amicizia vengono cancellati. La linea invisibile che separa gli amici, e impedisce loro di tuffarsi nella zona degli innamorati, è in frantumi. Vaporizzata. Demolita. Distrutta. E ormai, forse… in modo irreparabile.

Ma ti guardo, e continuo ad ascoltarti, come se nulla fosse. I miei occhi guardano il tuo viso. E capisco che… mi sono perduto.

Sì, perduto.
Mi sono perso.
Perso dentro te. Perso nei miei pensieri. Distratto. Confuso. Frustrato.

Rimango seduto sulle mie mani per tenerle sotto controllo. Mi mordo il labbro inferiore. Tutto quello che posso vedere sei tu. Tutto il resto sta svanendo nell’oblio. Sfocato. Mentre sei tu il mio fuoco. E guardo ancora i tuoi occhi. Le tue mani. La tua bocca. Le mani. Il collo. Le mani. Il grembo. I tuoi occhi. I tuoi capelli. Il lobo dell’orecchio destro. La punta delle dita. La lingua. Il ginocchio destro. E ancora le mani. I tuoi occhi. Il collo. La bocca. La bocca. La bocca. il tuo sesso. La bocca. Le cosce. Il tuo grembo. La bocca. Il tuo sesso… il tuo sesso… il tuo sesso…

Sento la tua voce. Morbida e bassa. Ma le parole si perdono in questa giungla. E io sono perduto. Mi mordo il labbro. Mi siedo sulle mie mani. Sento i brividi, sento caldo. Mi sento. oh dio … Riesco a sentire più di quanto dovrei. Sento molto molto di più di quanto tu creda. Per una frazione di secondo, mi sento colpevole – come se ti stessi violentando, con i miei occhi, abusando di te con la mia mente. Lo sento. Sono eccitato, questo è certo. Ma tu continui a parlare, e io ad ascoltare. Sembri completamente all’oscuro di questo caldo soffocante. Questa ondata di desiderio struggente che sto cercando invano di contenere. Temperare. Domare. Tenere sotto controllo.

Dentro me c’è come un diluvio. Un’alluvione. Piccoli terremoti. Uragani. Un nubifragio. Un diluvio. Una tempesta.

Le mie mani… Ho girato i palmi rapidamente, e tu parli. Io ascolto, ma queste mani potrebbero andare, sfiorare le tue gambe, insinuarsi dolcemente tra le cosce. Sentire. Sfiorare. Potrei farlo, anche ora che mi stai guardando, ma forse… non è tanto sicuro. E’ meglio immaginare piuttosto che rischiare di perdere quel poco che ancora abbiamo.

Mi mordo le labbra. La mia bocca è secca. Sono teso.

Guardo la tua bocca mentre parli, come inclini la testa nella mia direzione. Ti ascolto. Ma non ti sento. Tutto quello che posso vedere sei tu – e mentre ti guardo, penso di tenere fermo il tuo viso tra le mie mani, schiacciare la mia bocca contro la tua. Tu parli e tutto quello che posso pensare è quanto vorrei sentire il tuo odore … sentire manciate di capelli nelle mie mani … farti sentire la mia eccitazione. E sfiorare con la lingua il lobo delle tue orecchie … morderti il collo… sentire la tua pelle … far scivolare le mie mani sotto il tuo maglione, slacciare i tuoi jeans. La mia testa si sta perdendo nel pensiero di quanto desidero baciarti a lungo e sentire le tue mani sulle mie gambe, allora mi spingo sempre più vicino. Così posso provare…

…ma in realtà, sono sempre seduto, immobile, e continuo a sentirmi in colpa. I miei occhi sono fissi su di te, ma è tutto inutile, ormai sono perduto. Non ho sentito una parola di quello che hai detto. Mi sento male, e tutto quello che posso vedere è la tua bocca – le tue labbra – la lingua. I tuoi occhi guardano dritto verso di me, ma tutto quello che io voglio è…  fare l’amore. Questo pensiero mi divora. Voglio stare dentro di te, ti voglio immobilizzare a quella sedia e sentirti muovere dentro di me, le gambe avvolte al mio bacìno. E al diavolo tutto il resto.

Ma sto sempre seduto e ti guardo parlare. E non so cosa fare. Me ne rimango così, solo, perso in questa giungla. Questa giungla di parole e di spazi in mezzo a noi…

E ripenso a tutte le occasioni mancate. Se avrei potuto fare qualcosa di più, qualcosa che mi avesse aperto la tua porta.

oh cazzo… quella notte. Sì, più tardi, quella notte. Avrei potuto fare di più in quel bacio. Tu eri in mutande. Avrei potuto fare molto di più… Come avrei voluto lasciarmi andare. Lo volevo. Lo volevo disperatamente. Ma tu lo sai come mi sentivo? Mi hai visto? L’hai sentito? Lo volevo. Volevo solo che fossi tu a prendere l’iniziativa e fare di me quello che volevi…

ma intanto sono ancora qui, e rimango seduto.
Dio come ti voglio… E invece ti guardo.

Ti guardo e ascolto. Diventa tutto insopportabile. Allora mi alzo e vado al bar a ordinare un altro drink. Non posso sopportare tutto questo. Vado fuori per una sigaretta, devo trovare il modo di uscirne. Ma voglio anche darti un bacio. Voglio fare ogni sorta di cose con te, e lasciarti abusare di me come vuoi. Ma tu sembri non capire. Allora? Lo vuoi o no?

Tu stai seduta di fronte a me e parli. Sono seduto di fronte a te e cerco di stare fermo, rimanere immobile, assente, per paura di soccombere a questi desideri, alla mia passione, e perdere tutto, completamente.

Tu non conosci la furia di quelle tigri in gabbia che ho dentro, è possibile che non te ne accorgi? Non riuscirò a trattenermi ancora a lungo. A un certo punto, da qualche parte, qualcosa potrebbe accadere…

ma per ora rimango seduto e i miei occhi volteggiano su di te. Lo vedi? Lo senti? Puoi sentire i miei occhi desiderarti? il mio sguardo spogliarti. toccarti. Posso quasi sentire il calore del tuo corpo. Posso sentire il tuo odore. Voglio baciarti. Voglio sentirti dentro. Voglio muovermi lentamente, in profondità. Più profondo. Posso bere la tua bocca. Sentire le tue mani. sfiorarti il collo. I miei occhi vagano, ebbri – io sono pronto…

Tutto intorno a me è confuso. Le voci diminuiscono, le conversazioni rallentano, fino a diventare solo rumore. Rumore … la gente si muove intorno a noi lentamente, un movimento sfocato. Tu, io, siamo in animazione sospesa dentro di me. Tu sei seduta di fronte a me e parliamo. Io sono seduto di fronte a te e ti ascolto, ma sopra di noi, da qualche parte, stiamo facendo l’amore. Mi trovo a parlare con te, sì … tu parli con me, ma io sono distratto. distratto, perché proprio accanto a me, ti vedo e vedo me sopra di te. Con la coda dell’occhio, guardo come facciamo l’amore. Come siamo uniti, con forza, con intensità, stringendo, ansimando, lottando, rabbiosi… con quale intensità stiamo cercando di salire l’uno dentro l’altro.

In realtà, siamo rimasti sempre seduti, uno di fronte all’altro. Seduti su questi desideri vuoti. E continuo a guardare la tua bocca e sento che la mia è secca.

Ho sete.
un altro drink? Sì.

Mi mordo il labbro per deglutire. Poi i piccoli terremoti al mio interno si placano, e mi chiedo se si sente nulla di tutto questo caos … nulla di tutta questa lussuria e di questo vorace desiderio dentro di me … nulla del caldo soffocante di questa giungla… E mi chiedo se hai capito che mi ero perduto. Perduto e assetato di te.

Sì, ti rispondo.

Sì.

sai come mi sento? sì?

no?

e allora? …