Il mio decoro non è che un lento smantellamento della tua lingua, la mia raffinatezza una facciata di sentimenti ed emozioni messe a nudo. Ho sentito il tuo sorriso – quel perfido arricciarsi delle tue labbra flessuose mentre mi lasciavi in un disordine di seta e lino, tenero ed esposto dal tuo tocco esigente. Vuoi giocare a questo piccolo gioco di seduttore e sedotta per vedere chi vince la battaglia del giorno e io concedo la sconfitta. La mia bandiera bianca sventola luminosa, senza rimorsi, ma non fraintendermi… Non ho ancora finito con te. Goditi il tuo momento di gloria, perché quando avrò finito, l’oscurità lussureggiante che è la tua mente conterrà solo la debole impressione del gelsomino e della vaniglia che corrono dietro a un’eco soffice di risate che non potrai mai cogliere.
Il mio altare è pulito, vorresti stenderti come sacrificio? Ci sono inni che sono destinati solo alla tua pelle e confessioni ascoltate solo dal tuo cuore. Mi negheresti la redenzione?