Ciao Abry

in questo strano tempo ho pensato a te, tutto qui.
Come va?

Io, come al solito, ho molte cose in cui affannarmi senza posa, molti impicci gelatinosi che riempiono le mie giornate da guaritore.

Vivo ormai di rado… le cose che penso non riesco più a scriverle forse per mancanza di tempo o per pudore letterario.
La sola cosa che ogni tanto visito è il tuo profilo su FB, cartoline dal limine mundi quotidiano.

Ad un certo punto mi sembravi risplendere come l’aurora del cielo di Milano. Come stai?

Te l’ho già chiesto, lo so, ma tu eviti le domande e le sedute di autocoscienza. Spero tu mi scriva qualcosa, per la prossima estate ho deciso di provare a sopravvivere e a vestire giacche di lino. A presto.

ma tu ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa nell’imbuto di un polsino slacciato