Va’, viaggiatore.
Va’ dappertutto. L’universo è un posto grande, forse il più grande che ci sia. Eppure, dovunque arriverai, ti parleranno del vagabondo dello Spazio.
Anche sui pianeti dove lui non è mai apparso, la sua storia è cantata in ballate e narrata nelle taverne degli spazioporti. La leggenda e il folclore hanno fatto di lui una figura popolare su tutti i dieci miliardi di pianeti abitabili, e su almeno un milione, secondo gli ultimi calcoli, il protagonista di sceneggiati televisivi a puntate è lui.
Il Vagabondo dello Spazio è un Terrestre che non invecchia mai. Porta i Levi’s e un maglione grigio logoro, con toppe di pelle marrone ai gomiti. È affabile e gentile, e non rifiuta mai un autografo. Il suo unico, ma terribile, difetto è che fa domande alle quali nessuno sa rispondere. O almeno ne faceva fino a mille anni fa, quando è scomparso.
Ah, già. Soffre anche di una vecchia ferita al deretano e non può stare seduto a lungo. Una volta qualcuno gli ha chiesto che effetto facesse vivere in eterno.
— L’immortalità è un dolore al culo — ha risposto.