E’ vero che ero un giardiniere, un tempo
quando il mondo era giovane e tutta la terra era mia…
Mia da gestire, da arare, da seminare.
Prima che l’umanità arrivasse per inaridire tutte le cose…
E la bellezza era il primo nome con la quale la potessi chiamare
e il raccolto era pronto per uno come per tutti…
Gli orti e i campi di grano che avrebbero potuto nutrire il mondo
sono stati ora divisi come fossero denaro e venduti agli uomini schiavi.
I fiumi puliti, le colline che non avevano bisogno di un nome,
ora scorrono rossi del sangue della vita e intrisi di una colpevole vergogna…
Il ramo delicato è stato spezzato e la sua forma distorta,
e chi conosce le conseguenze, quando il ramo si spezza?
La madre terra che un tempo levava al cielo la sua giovinezza, ora solleva la sua testa infuriata
e la pioggia cade come lacrime sui letti di fiori.
La colpa di tutto questo, non ho dubbi, è mia e mia soltanto
ma ero così orgoglioso del mio lavoro, che volevo condividere la sua crescita…
Questa è la verità: io ero il giardiniere prima del diluvio,
ma ora queste mie dita verdi sono macchiate dal sangue degli angeli…